Le autorità comuniste vogliono espropriare altri terreni appartenenti ai Redentoristi. Dietro il sequestro piani di sviluppo e interessi economici. Per sacerdoti e fedeli il provvedimento è “illegale”, immorale e viola i diritti della comunità cristiana.

Hanoi (AsiaNews) - Ad Hanoi si apre un nuovo fronte di scontro fra le autorità e i cattolici, per un decreto di esproprio emesso dal Dipartimento per l'urbanistica e che riguarda terreni di proprietà dei Redentoristi della parrocchia di Thai Ha, nei pressi del lago di Ba Giang. Per sacerdoti, religiosi e fedeli il provvedimento è "illegale" e costituisce una "violazione" dei diritti della comunità cristiana, come spiega in una lettera diffusa nei giorni scorsi il superiore p. Matthew Vu Khoi Phung. Nella missiva inviata al presidente del Comitato popolare comunista locale Nguyen The Thao, il sacerdote testimonia la sorpresa e lo scontento dei fedeli di Hanoi, in riferimento alle proposte di modifica di destinazione dell'area; per i cattolici si tratta di un "pretesto" per negare i loro diritti e dar via alla realizzazione di nuovi progetti in campo edilizio come già successo in passato.

Il priore p. Matthew spiega che i terreni attorno al lago di Ba Giang "appartengono, sono curati e utilizzati" dai Redentoristi di Hanoi a partire dal 1928; e, aggiunge, "non abbiamo mai concesso, dato o trasferito il diritto di utilizzo di una qualsiasi parte di terreno a singoli individui o organizzazioni". Egli prosegue ricordando che è un "atto contrario alla Costituzione e alla legge" il tentativo del Comitato popolare di Hanoi - attraverso il Dipartimento per l'urbanistica - di costruire sui terreni della parrocchia, a fronte di numerose petizioni contrarie.

Per il sacerdote si tratta inoltre di un atto che offende "morale e buon senso", e che finirà per causare "seri danni ai diritti e agli interessi" delle organizzazioni religiose; oltre che costituire, ammonisce, "una offesa alla fede e ai sentimenti religiosi dei credenti". A cinque anni di distanza dalla demolizione del santuario Mariano per la realizzazione di un parco pubblico, le autorità di Hanoi si apprestano così a requisire un altro pezzo importante di storia cristiana nella capitale vietnamita.

Da anni, i sacerdoti e i fedeli di Thai Ha denunciano la requisizione illegale dei terreni da parte dello Stato. Nel novembre 2011 centinaia di poliziotti e militari con cani e picchiatori, seguiti da una troupe della televisione statale, hanno attaccato il convento di Thai Ha, urlato insulti con i megafoni, lanciato pietre e fracassato il portone. L'assalto è stato interrotto dall'intervento dei fedeli delle parrocchie vicine, che sono accorsi in massa richiamati dalle campane della chiesa di Thai Ha.

Ciò che lo Stato rivendica come "proprietà pubblica" appartiene di diritto alla comunità Redentorista dal 1928. Con la salita al potere del governo comunista del Vietnam del Nord nel 1945, l'amministrazione di Hanoi ha rosicchiato pezzo per pezzo i terreni della parrocchia. Negli anni la proprietà dei redentoristi è passata da 61.455 mq a soli 2.700 mq. La disputa sui terreni ha raggiunto il suo apice fra il 2008 e il 2009, quando migliaia di cattolici hanno manifestato per giorni davanti al convento chiedendo il fermo degli espropri voluti dall'amministrazione locale nel quadro di un piano di "privatizzazione" dei beni. La contesa si è conclusa con un ulteriore esproprio da parte dello Stato e la condanna di otto cattolici in un processo farsa per disturbo dell'ordine pubblico.