Due di loro erano già membri del Congresso del popolo. A fare notizia è il terzo, Phan Khac Tu, responsabile di un giornale noto per le critiche a Giovanni Paolo II e al Vaticano, ritenuto padre di due figli e che si vanta di aver realizzato, durante la guerra, una fabbrica di bombe all’interno di una chiesa.

Hanoi (AsiaNews) – Saranno tre i sacerdoti che si candideranno alle elezioni per il Congresso del popolo, il parlamento vietnamita, in programma il 22 maggio. Anche se due di loro facevano già parte di tale assemblea, in teoria la massima espressione del potere popolare, la notizia dalla loro partecipazione al voto sta suscitando critiche tra i cattolici e sollevando la questione del rispetto delle disposizioni del Diritto canonico in Vietnam.

Padre Phan Khac Tu
Padre Tran Manh Cuong e padre Le Ngoc Hoan, delle diocesi di Ban Me Thout e Bui Chu sono già membri del parlamento, mentre padre Phan Khac Tu (nella foto), dell’arcidiocesi di Saigon, partecipa per la prima volta alle elezioni. E’ la sua candidatura quella che ha sollevato maggiore attenzione nell’opinione pubblica.

Padre Tu, infatti, è il responsabile di “Cattolici e popolo”, rivista fondata nel 1975, al momento dell’unificazione del Paese, con il sostegno del governo e divenuto noto per le sue frequenti critiche contro Giovanni Paolo II e il Vaticano. La sua campagna elettorale ha evidenziato il suo coinvolgimento nella guerra, dal momento che egli sostiene di aver gestito durante il conflitto una piccola fabbrica di bombe a mano da usare contro i soldati americani. In un’intervita al governativo Vietnam Net, ha espresso il suo orgoglio per aver gestito la fabbrica all’interno di una chiesa di Saigon, senza suscitare i sospetti del governo, né della Cia.

“Non uccidere – è il commento di tale affermazioni fatto da un sacerdote di Hanoi, padre Joseph Nguyen - è un comandamento di Dio. E trasformare la casa di Dio in una fabbrica d’armi è immorale e blasfemo”.

Ma quanto a un’azione disciplinare contro padre Tu, invocata da più parti, “certo sarebbe giusto, ma siamo realistici, non sono molti i vescovi che potrebbero farlo: come e chi oserebbe farlo contro un uomo così potente?”.

Padre Tu, che è membro del Partito comunista, è stato a lungo il pastore della chiesa dei Martiri vietnamiti di Vuon Xoai, una delle più grandi di Ho Chi Minh City. E’ ritenuto essere il padre di due bambini avuti da una donna che ha pubblicamente confermato il suo rapporto con lui, come marito e moglie.

Alcuni sacerdoti - tra i quali padre Nguyen Van Ly, che ha trascorso almeno 15 anni in prigione er le sue idee - hanno scritto una lettera aperta ai vescovi vietnamiti chiedendo di prendere provvedimenti discilinari contro padre Tu. Essi citano la proibizione che il Diritto canonico fa al n. 285,3: “È fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all'esercizio del potere civile”. Essi sostengono che il divieto riguarda anche il far parte dell’assemblea nazionale, che esiste solo per approvare le decisioni del Partito comunista ed “è chiaro che per l’insegnamento della Chiesa, un vero cattolico non può essere anche comunista”.

Da parte sua, il redentorista padre Chan Tin, da Ho Chi Minh City chiede ai tre sacerdoti di ritirare le loro candidature, “per salvare il prestigio della Chiesa”. “O - ha aggiunto - la Chiesa vietnamita ha un suo Codice di diritto canonico o ha una esenzione speciale o nessun sacerdote può essere membro di un organo del potere”.

In alcuni ambienti cattolici, infine, la questione rinforza la preoccupazione che il governo vietnamita stia cercando di copiare la politica religiosa cinese. Si ritiene infatti che padre Tu sia destinato a corire un ruolo di prestigio all’interno del Congresso del popolo, come lo ebbe il vescovo di Pechino Michael Fu Tieshan, che fu vicepresidente del parlamento fino alla sua morte, il 20 aprile del 2007.