◊ Un religioso picchiato a sangue, arresti, minacce, una chiesa sotto assedio dalla polizia, alla quale nessuno può accedere. E’ la situazione della parrocchia di Dong Chiem dopo la pacifica protesta dei fedeli per la distruzione della croce sul monte Tho, all’interno del terreno che per più di cento anni è appartenuto alla chiesa. Secondo quanto riferisce l'agenzia AsiaNews da ieri la parrocchia “è stata completamente crcondata e isolata. A qualunque persona che viene dall’esterno l’ingresso viene impedito dagli agenti della Sicurezza, collocati in posti di controllo. Ai sacerdoti del decanato di Hanoi, venuti a visitare la parrocchia di Dong Chiem, l’accesso è stato impedito con la forza al ponte sul fiume Xay, a circa 500 metri dalla chiesa”. Così l’arcidiocesi di Hanoi, dalla quale dipende la parrocchia “sotto assedio”, descrive la situazione in una dichiarazione che sarà letta in tutte le chiese della capitale, al termine di ogni messa, da ieri fino a domenica prossima. Nelle chiese si reciterà anche la preghiera di San Francesco, “là dove è l’odio che io porti l’amore”, per “il parroco, il suo vicario e i suoi fedeli e, “più in particolare per i nostri fratelli e le nostre sorelle picchiati e incarcerati, perché conservino con fermezza la fede in mezzo alle loro molte prove e perché sappiano unirsi al misero della croce di Cristo. Allo stesso tempo – prosegue la dichiarazione – chiediamo che i diritti fondamentali dell’uomo siano rispettati, affinchè il nostro Paese possa avere pace, giustizia, democrazia e conoscere la vera civiltà”. Il documento parla di “centinaia” di agenti e militari, in divisa e in borghese, mobilitati, di fedeli “terrorizzati” da altoparlanti che lanciano continui insulti, calunnie e minacce contro il parroco, padre Nguyen Van Huu, il suo vicario, padre Nguyen Van Lien - varie volte interrogati e minacciati dalla polizia - e i cattolici. Si fanno poi i nomi delle 16 persone fermate o arrestate. (R.P.)